La Carta di Bologna per l’Ambiente
Nel 2017 i sindaci e i rappresentati delle Città metropolitane, riuniti a Bologna, hanno sottoscritto la Carta di Bologna per l’Ambiente: “Le Città metropolitane per lo sviluppo sostenibile”.
Si tratta, in estrema sintesi, di un impegno da parte delle Città metropolitane a perseguire quelli che sono gli obiettivi dettati dall’Agenda 2030 ONU in materia di sviluppo sostenibile e di lotta al climate change.
Quali sono le linee guida della Carta di Bologna per l’Ambiente?
In linea generale, le Città metropolitane danno forma e struttura al loro impegno a favore della salvaguardia ambientale e della riduzione dell’impatto sull’ecosistema, in particolare:
- attraverso il coordinamento e la gestione di iniziative locali e comunali, indicando le linee guida che rimandino agli obiettivi di riferimento dell’Agenda 2030 ONU;
- tramite la promozione e il supporto all’educazione riguardo lo sviluppo sostenibile delle nuove generazioni, con particolare riferimento ai temi trattati nella Carta di Roma (2016);
- favorendo il coinvolgimento attivo della cittadinanza e delle associazioni della società civile, tramite una condivisione e un dialogo costante con le principali organizzazioni economiche, ambientaliste e del Terzo Settore;
- promuovendo un confronto e una rendicontazione puntuale dei risultati con i livelli istituzionali più elevati, come Governo e Regioni.
Gli otto punti cardine della Carta di Bologna per l’Ambiente
Oltre alle linee guida di carattere generale, la Carta di Bologna per l’Ambiente stabilisce otto punti principali, corrispondenti a otto specifici temi riferibili alla sostenibilità ambientale, ognuno dei quali con un relativo target da raggiungere.
- Economia circolare: le Città metropolitane si impegnano a raggiungere gli obiettivi europei più ambiziosi su questo tema, a partire dal portare riciclo e raccolta differenziata al 70% e discarica massimo al 5% dei rifiuti al 2030;
- Tutela del territorio: le Città metropolitane si impegnano a ridurre del 20% il consumo di suolo netto al 2020. Questo target prevede un’orizzonte ben preciso delle politiche urbanistiche, sempre più orientate verso la rigenerazione urbana sostenibile;
- Lotta al climate change: l’obiettivo è prevenire il rischio di disastri naturali provocati dal cambiamento climatico. In questo senso, diventa fondamentale integrare i dispositivi già in vigore (Italia Sicura, Casa Italia, ecc) con piani ad hoc incentrati sulla rigenerazione urbana l’attenzione alle periferie, la riqualificazione energetica degli edifici (specie quelli di costruzione più antica) e l’adattamento del patrimonio edilizio alle normative sul rischio sismico e idrogeologico;
- Transizione energetica e qualità dell’aria: le Città metropolitane stabiliscono target ambiziosi, anche più di quanto deciso dagli organismi sovranazionali. Riduzione delle emissioni di gas serra del 40% entro il 2025, riduzione delle polveri sottili nell’aria a 10 μ/mc entro il 2025, limite ancora più restrittivo di quello europeo (25 μ/mc al 2015; 20 μ/mc al 2020);
- Lotta agli sprechi idrici: l’obiettivo è riduzione delle perdite idriche delle reti del 20% entro il 2030;
- Città sostenibili: le Città metropolitane si pongono l’obiettivo di raddoppiare entro il 2030 la superficie media di verde urbano per abitante, arrivando a 30 mq per abitante;
- Mobilità sostenibile: l’impegno è di raggiungere almeno il 50% di mobilità sostenibile tra auto e moto entro il 2020.
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